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Il neocoordinatore comunale traccia le priorità del difficile percorso di ricostruzione del partito che attende lui e la sua nascente segreteria 
di Daniele Ubaldi

Quarantadue anni da compiere, laureato in economia e commercio a Perugia, un master in diritto tributario alla Luiss di Roma. Claudio Montini, neosegretario comunale del Partito democratico di Spoleto, è una figura insolita per i canoni cui è abituata la politica di questa città. Commercialista e revisore legale dei conti, ha collaborato con

prestigiosi studi di consulenza e società di revisione a livello nazionale ed internazionale, come Kpmg e Ernst & Young. Attualmente ha un incarico di collaborazione tecnica professionale presso l’Asl Umbria 2. Il suo nome, chi più chi meno, ha messo d’accordo tutte le anime del Pd, al punto che il congresso si è risolto con una lista unica, sia pur con qualche astensione. Nel suo discorso di insediamento Montini ha parlato di rilancio del partito attraverso il ritorno nella società civile e, di conseguenza, di superamento dei personalismi, delle divisioni interne che hanno portato alla perdita di quel ruolo di riferimento per la città ricoperto storicamente dal partito. Spoletonline ha voluto incontrare il neosegretario, per presentarlo alla città e contemporaneamente “sentirgli il polso”, cercando di comprendere se le sue parole avranno una qualche possibilità di essere seguite da fatti concreti.

Segretario Montini, benvenuto sul palcoscenico della politica locale. “Beh, grazie. Spero che la mia esperienza sia utile a dare un contributo importante alla mia città. Mi piacerebbe poter dare una mano a ricostruire un progetto di partito che sia realmente al servizio della comunità”.

“Sviluppo economico e Cultura” sono le priorità che Lei, nel Suo discorso di presentazione, ha individuato per risollevare le sorti di questo territorio. Non Le sembrano anche due rami della vita amministrativa sui quali l’attuale amministrazione Cardarelli appare ancor più debole che altrove? “Concordo. Dopo due anni e mezzo di questa giunta ci ritroviamo senza un progetto di Sviluppo economico per Spoleto. Andando a memoria, ricordo dell’idea dell’ufficio Grandi eventi; un contenitore mai realizzato, come del resto tutte le altre promesse elettorali dell’attuale amministrazione, sulle quali avremo modo di tornare prossimamente. Riguardo la Cultura, invece, il nuovo Assessorato non mi sembra abbia offerto qualche segnale di rinnovata vivacità. Negli ultimi anni la nostra città ha avuto l’onore di contare su due personaggi illustri di fama mondiale nel ruolo di assessore alla Cultura: mi riferisco al compianto Vincenzo Cerami e a Gianni Quaranta. Purtroppo nessuno dei due, per vari motivi, ha lasciato realmente il proprio segno, il che secondo me rappresenta, per Spoleto, l’aver perduto due grandi occasioni. Ricordiamoci tutti che la cultura, per la nostra città, ha rappresentato un volano che ha permesso di far conoscere Spoleto in tutto il mondo”.

A proposito di Sviluppo economico, quel che sembra mancare è una visione differente del “sistema Spoleto” a livello di produttività, in grado di dare risposte alla ormai cronica crisi delle principali aziende locali. “Questo territorio a mio avviso sta passando uno dei momenti più critici che abbia mai ricordato: realtà produttive storiche per questa città – e per le aree limitrofe – quali la Novelli, la ex Pozzi, la Panetto & Petrelli o la stessa Cementir, hanno notevolmente ridotto la propria produttività e offerta di lavoro. In alcuni casi sono persino fallite”.

Qualche segnale incoraggiante arriva dai dati del turismo, almeno fino al sisma dello scorso agosto. “E’ vero. Ma non possiamo limitarci a vivere di rendita grazie a Don Matteo. Una volta terminate le avventure del prete-detective come pensiamo di continuare ad attrarre i turisti? Occorre programmazione, ma al momento non se ne vede traccia”.

E quindi? “E quindi Sviluppo economico e Cultura sono i due punti di partenza obbligatori per iniziare a richiamare l’amministrazione alle proprie responsabilità. La città e i cittadini hanno bisogno di interlocutori importanti per esprimere progettualità che riportino Spoleto ai livelli che merita”.

Parliamo adesso del – da Lei – tanto auspicato rilancio del Pd a Spoleto. Come pensate di muovervi per dare seguito alle parole? “Come ho detto anche nel mio discorso iniziale, la nostra bussola deve tornare ad essere il cittadino, inteso non come singolo ma come comunità. Il Partito democratico deve ritornare ad essere il primo interlocutore di tutti gli attori della città, quali le forze sociali, imprenditoriali e culturali. Dobbiamo includere e non escludere, aprirci alla società civile accettando di discutere le sue critiche e le sue proposte. Mettersi in discussione è sintomo, oltre che di democrazia, di forza, sicurezza e soprattutto buonafede. Qui non c’è nulla da nascondere, ed è proprio per questo motivo che una delle nostre prime iniziative sarà una conferenza programmatica per confrontarci con tutte le forze sociali, imprenditoriali e culturali di Spoleto, al fine di scrivere insieme il programma e gli obiettivi di domani. Due saranno i nostri unici punti di riferimento: amore per la città e senso di responsabilità del ‘fare politica’, per tendere sempre più all’equità sociale, al rilancio dell’economia, all’attrazione di investimenti pubblici e privati e, in sintesi, al recupero della dignità sociale e autorevolezza politica di questo territorio, sempre più depauperato nel corso degli anni. Un processo, questo, che è intollerabile e che va fermato e invertito da subito. E per farlo serve prima di tutto unità e condivisione”.

Da qualche anno, oramai, al Pd di Spoleto si rimprovera una mancanza di comunicazione chiara, lineare e puntuale con la popolazione riguardo i principali temi di interesse pubblico. Spesso avete preso posizione in maniera tardiva, almeno sui mezzi di informazione, il che di certo non ha favorito la Vostra azione politica. “Credo che la comunicazione sia la più importante delle attività da mettere a punto, dato che il ‘fare’ da solo non basta ma è necessario anche far sapere quel che si fa. Comunicare è un presupposto indispensabile per ricevere commenti e proposte dai cittadini. Non dobbiamo essere una macchina ingessata, ma anzi anticipare e proporre temi di discussione sui quali far sedere al tavolo la città, affinché ci si confronti. Per questo motivo ho intenzione, insieme alla segreteria e alla commissione comunicazione, di potenziare il sito internet e la pagina Facebook del Partito, che dovranno diventare – ciascuno con le proprie funzioni – punti di riferimento per il cittadino costantemente attivi e aggiornati. Un ruolo nevralgico è anche quello dei rapporti con la stampa, per i quali stiamo individuando un responsabile che dovrà lavorare anche a stretto contatto con il gruppo consiliare”.

Riguardo la Segreteria, può già anticiparci qualche nome? “Non ancora. Ma posso dire che la squadra conterà su persone disponibili e propositive. Tra qualche giorno saremo pronti per il compito che ci attende”.

 

[fonte: http://www.spoletonline.com/index.php?page=articolo&id=156100]