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Il caso “Italmatch Chemicals S.p.A. – Spoleto”, nota come ex Saffa, appare piuttosto singolare perché il Comune, a distanza di circa sette giorni l’una dall’altra, ha emanato due delibere con riferimenti specifici all’azienda citata dove con la prima accetta una donazione di denaro e con la seconda accoglie una richiesta di ampliamento del sito produttivo.

La vicenda ha inizio il 23 marzo scorso, quando la giunta Cardarelli, con delibera numero 82, ha accettato la donazione di 15 mila euro da parte della Italmatch Chemicals Spa, finalizzata all’acquisto di un mezzo fuoristrada per il gruppo comunale della Protezione Civile con il logo dell’azienda. Appena sette giorni e due delibere più tardi, con la numero 84 – pubblicata anche questa il 5 maggio – la stessa giunta accoglie la richiesta dell’azienda donatrice di un ampliamento del sito produttivo.

Preso atto che il Comune – secondo il decreto legge 105/2015 – ha la responsabilità di controllo sulla presenza di stabilimenti a rischio di incidente rilevante e sull’informazione o partecipazione del pubblico ai processi decisionali e che, sempre secondo la normativa vigente, un suo rappresentante è membro del Comitato tecnico regionale, appare quanto meno inopportuno il fatto che l’Ente, cui spetta il controllo e l’eventuale limitazione o, addirittura, la chiusura dell’esercizio delle aziende a rischio di incidente rilevante, accetti una donazione in denaro proprio da parte di una di quest’ultime. Pertanto come Pd riteniamo che l’oggetto della prima delibera, relativa alla donazione, dovrebbe essere dichiarato “non ricevibile” da parte dell’ente locale preposto al controllo, in questo caso il Comune di Spoleto, sia per il vincolo esistente tra Azienda il Comune e la Protezione Civile, sia per la richiesta di apporre sul mezzo il logo della stessa Italmach Chemicals Spa.

Come noto la Italmatch S.p.a, produce derivati del fosforo bianco-giallo e dello zolfo che, ai sensi del Decreto legislativo 105/2015 (Direttiva Seveso III), è classificata come azienda a “Rischio di incidente rilevante di soglia superiore”, vale a dire il livello più alto di rischio, nonché “industria insalubre di prima classe” (la più alta). Ciò, ai sensi del decreto ministeriale del 5 settembre 1994. Inoltre va specificato che il rischio che caratterizza questa azienda chimica è rappresentato da una “nube tossica con composti quali anidride solforosa, acido fosforico, anidride fosforica e idrogeno solforato (H2S)” – che la rende, di fatto, la più grande fonte di rischio industriale non soltanto per il Comune di Spoleto, ma anche per la Regione Umbria. Su queste basi, che la rendono una tra le più pericolose del territorio nazionale, sia per le caratteristiche delle sostanze lavorate che per la sua ubicazione – il Piano regolatore generale attualmente vigente a Spoleto ha individuato, ormai da anni, la Italmatch Chemicals Spa come realtà industriale da delocalizzare per ragioni di sicurezza. Purtroppo però la delocalizzazione prevista per questa azienda nel PRG vigente, varato dalla giunta di centro sinistra nel 2008, è stata bocciata con sentenza del TAR dell’Umbria che ne ha sanzionato l’illegittimità. Ad oggi siamo ancora in attesa di pronuncia da parte del Consiglio di Stato. Nei fatti ci troviamo anche, come spesso accade in Italia, di fronte alla contrapposizione tra ambiente e lavoro. Pertanto anche se riteniamo inopportuno che la Italmatch Chemicals Spa potrà oggi produrre e stoccare un quantitativo maggiore di sostanze chimiche in una zona altamente popolata come quella attuale, che la rende esposta a rischi altissimi si può ragionevolmente sostenere che l’unica via percorribile – non sempre agevole – che può salvaguardare la popolazione ed i posti di lavoro, sia quella di innalzare ai massimi livelli le condizioni di sicurezza del sito produttivo con controlli sempre più attenti, rigidi e ripetuti da parte di tutti gli organi preposti. Soluzioni che, a nostro parere, vale ribadire sono le uniche in grado di gestire ad oggi tali complicatissime situazioni.

Pertanto come PD contestiamo l’oggetto della delibera relativa alla donazione operata dall’Azienda Italmatch Chemicals Spa sottoposta al controllo dell’ente locale stesso ed il metodo non partecipativo, non comunicativo e scarsamente informativo adottato da questa amministrazione ogni qual volta vengono prese decisioni importanti e di impatto rilevante per la comunità che amministra, come per la decisione presa sulla delocalizzazione delle scuole Dante Alighieri e Prato Fiorito.

Il Partito democratico di Spoleto