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E’ ormai da tempo che la città del Festival soffre di un isolamento ingiustificato e ingiustificabile nell’era della globalizzazione e dell’interconnessione tra reti cittadine.

Spoleto vive l’assurda situazione di essere da un lato portata a fulgido  esempio per l’organizzazione della mobilità interna grazie al complesso di parcheggi, tapis-roulant e ascensori che conducono agevolmente al centro storico e dall’altro di essere priva di una rete di trasporto pubblico che consenta a visitatori, turisti, ma anche agli stessi cittadini di avere rapidi e agevoli collegamenti da e per Spoleto.

Una situazione che senza appropriate contromisure rischia di rendere il gioiello della mobilità alternativa spoletina la classica cattedrale nel deserto, vanificando il progetto auspicato e perseguito della “Città senza auto, a misura d’uomo” .

Occorrono atti concreti, in primis, del sindaco di Spoleto che deve urgentemente mettere in atto iniziative anche clamorose perché Trenitalia ripristini le fermate del Frecciabianca che già dallo scorso mese di ottobre avrebbe dovuto produrre i dati del monitoraggio sul flusso di viaggiatori. Infatti appare inverosimile che, ad esempio, il comitato dei pendolari di Spoleto sia costituito da oltre 120 persone mentre a Trenitalia risulta che i viaggiatori si contino sulla punta delle dita. Che fine ha fatto l’esito del monitoraggio?

Un’amministrazione comunale consapevole del danno, anche economico, che sta producendo il perdurare di questa situazione deve inoltre chiedere con forza all’assessore regionale ai trasporti e alla presidente della Regione che, a suo tempo, si dichiarò a piena disposizione di questo territorio, di farsi carico della problematica sollevata da una città che oltre alle sue attrattive storico-artistiche e culturali, può fregiarsi di un sito Unesco, di essere punto di snodo per i collegamenti con la Valnerina e di annotare una crescente richiesta turistica anche sull’onda della fiction “Don Matteo”.

E che dire del raddoppio della linea ferroviaria Spoleto Campello sul Clitunno che rischia di avere tempi di esecuzione pari alla Salerno-Reggio Calabria? Le istituzioni locali e regionali devono anche in questo caso portare il “caso” sui tavoli del Governo centrale per sciogliere in fretta i nodi burocratici e completare l’opera che allo stato attuale produce anche gravi danni all’ambiente e al paesaggio.

Inoltre non è più tollerabile vedere lo stato di abbandono della nostra stazione ferroviaria in cui persino gli esercizi commerciali sono stati chiusi e per i quali è urgente un’azione pressante da parte del sindaco e della sua maggioranza per procedere rapidamente ai bandi di gara per ripristinare la gestione dell’edicola e del bar.